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mercoledì 31 marzo 2010

L'iPad di Apple cambierà Internet?

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In attesa di sabato, giorno di lancio ufficiale dell’iPad di Apple negli Usa, il dibattito in rete attorno alla keyword più richiesta del momento si amplia. La scelta della casa di Cupertino di non supportare il Flash di Adobe (ri)balza agli onori della cronaca con considerazioni e previsioni che non ti aspetti.

E se la decisione di Apple contribuisse a “ridisegnare” Internet? È questa la domanda che si pone il team di Gizmodo. Se fosse così sarebbe un bel colpo. Ovvero, i siti Internet finora sono stati realizzati con poca lungimiranza. Magari seguendo standard e linee guida W3C ma badando poco a garantire compatibilità con browser e piattaforme. Basta fare una prova con uno smartphone e ci si rende conto di quanti, in pieno 2010, siano ancora i siti che non hanno investito in una versione mobile, oppure basta navigare con Chrome e, anche se meno frequentemente, può capitare che qualche funzionalità non si esprima al meglio.

Indipendentemente dai successi di vendita, l’iPad sarà un bel grattacapo per sviluppatori e designer: cosa faccio? Sostituisco tutto il Flash con Html 5? E già che ci sono ridisegno il sito in modo da renderlo mobile compatibile? Se non lo faccio rischio di giocarmi tutto il traffico mobile, in costante aumento. L’iPad, insieme al continuo incremento della pubblicità su piattaforme mobile, porrà il problema molto di più di un semplice smartphone, semplicemente perché è un computer con uno schermo che garantisce un’esperienza di navigazione accettabile.


Se così fosse, i metodi un tantino dittatoriali di Jobs, che nel caso della diatriba Apple-Adobe hanno origine nell’alba dei tempi fin da quando Adobe decise di sviluppare Photoshop per Pc, ancora una volta l’avrebbero vinta. E ne trarrebbero vantaggio un po’ tutti, come ne ha tratto vantaggio l’intero mercato degli smartphone al momento dell’uscita dell’iPhone o il settore dei notebook in termini di design.

Purtroppo non sappiamo se una semplice tavoletta (digitale e senza Comandamenti) potrà cambiare il mondo, o almeno il World Wide Web, ma ce lo auguriamo. Anche e soprattutto perché chi paga lo sviluppo di un sito, in Italia come all’estero, generalmente non sa di cosa si sta parlando.

L’opinione comune, tranne qualche caso eccellente, è che Internet si faccia con pochi soldi, con stagisti o precari, che qualsiasi tipo di cifra richiesta per uno sviluppo sia assolutamente esagerata salvo poi correre ai ripari rappezzando qua e là non appena il concorrente illuminato da qualche bravo venditore decide di innovare il proprio sito. Speriamo che l’iPad contribuisca ad aprire le menti.

Intanto, "accontentiamoci" di Brightcove, una piattaforma video molto interessante che, in pratica, si accorge da quale terminale proviene la richiesta di visualizzazione del video e, nel caso non sia presente il supporto per Flash, è capace di fornire una versione Html 5 del video stesso. Una sorta di convertitore in tempo reale, insomma. Più per ripicca che per utilità effettiva, Adobe e Google, intanto, si accordano per rendere Flash nativo su Chrome. Who cares?

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